IL SOGNO DI HAMNET
Ai tempi di Elisabetta I, l’Inghilterra divenne il laboratorio di una nuova utopia: la pace universale. Sotto l’influsso di Giordano Bruno, che a Londra aveva trovato rifugio, un circolo di intellettuali elaborò una filosofia capace di unire tutte le fedi in una religione universale. Ma occorreva agire segretamente: le spie papiste erano ovunque, e la cattura del domenicano eretico suonava a monito e diffida. Il teatro, era il luogo buono per la redenzione dalla violenza. Solo col teatro si poteva giungere al popolo. In un’epoca in cui gli attori venivano scomunicati, non si poteva immaginare che un aristocratico diventasse capocomico. Allora Bacone mette a frutto la sua immaginazione scenica e si presenta nella compagnia di un rappezzatore di copioni dall’estro brillante e la scarsa cultura: William Shakespeare. Sarà lui, a propria insaputa, l’araldo del mondo nuovo.
LA METERIA DEL MONDO
In una clinica per malattie mentali giace, da anni, Irene: la Dormiente. Sara, che la accudisce, scrive storie che sostiene sia Irene, nei suoi sogni, a suggerirle. Luca Federici, un ricercatore giunto vicino a svelare il segreto della materia, ha ideato uno strumento capace di indurre l’ipnosi nei catatonici. Convocato alla clinica dal dott. Vario Demètri, la sua terapia porta alla luce ciò che doveva restare nascosto. E si scopre che il sonno di Irene è stato indotto, e che Sara conosce più cose, sulla materia del mondo, di quanto Federici sia mai giunto, con la sua scienza, ad intuire. Finché una serie di omicidi non porterà la vicenda ad una svolta che non è, in realtà, se non una regressione a ricordi che lo scienziato ha trascorso l’intera esistenza a rimuovere. Così Federici conoscerà Emily e Lord Graves: alter-ego letterari di Sara, e, tramite loro, la vertigine del tempo, quando si avvolge in una spirale.
ASRAEL
Asrael racconta gli ultimi giorni di Paul Verlaine. In una Parigi allucinata, ai suoi occhi, dall’alcolismo, il poeta rivive come in un attimo sospeso fuori dal tempo il suo viaggio per l’Europa insieme a Rimbaud. Scopre di non averne, allora, compreso il senso. Per lui, si era trattato solo di un gioco d’azzardo osato per riottenere la propria perduta creatività; per Rimbaud, di un percorso iniziatico. Con strategia alchemica, ogni città, ogni cattedrale, ogni biblioteca, avevano obbedito ad un disegno segreto il cui scopo era riscoprire una sapienza perduta. Verlaine, un esteta, non aveva compreso il progetto teologico di Rimbaud. Tuttavia, si era abbeverato alla sua giovinezza, ed il suo offrirsi vittima al delirio dell’altro era costato, a Rimbaud, lo smarrimento della propria via. In quegli ultimi giorni della sua coscienza, Verlaine scopre di avere corrotto colui che gli poteva, in quel viaggio, dischiudere un orizzonte di molto eccedente la stessa poesia.