Asrael racconta gli ultimi giorni di Paul Verlaine. In una Parigi allucinata, ai suoi occhi, dall’alcolismo, il poeta rivive come in un attimo sospeso fuori dal tempo il suo viaggio per l’Europa insieme a Rimbaud. Scopre di non averne, allora, compreso il senso. Per lui, si era trattato solo di un gioco d’azzardo osato per riottenere la propria perduta creatività; per Rimbaud, di un percorso iniziatico. Con strategia alchemica, ogni città, ogni cattedrale, ogni biblioteca, avevano obbedito ad un disegno segreto il cui scopo era riscoprire una sapienza perduta. Verlaine, un esteta, non aveva compreso il progetto teologico di Rimbaud. Tuttavia, si era abbeverato alla sua giovinezza, ed il suo offrirsi vittima al delirio dell’altro era costato, a Rimbaud, lo smarrimento della propria via. In quegli ultimi giorni della sua coscienza, Verlaine scopre di avere corrotto colui che gli poteva, in quel viaggio, dischiudere un orizzonte di molto eccedente la stessa poesia.