SENTINELLA DEL GIORNO
Sebastiano perde il padre, colpito da ictus: la morte ideale per un uomo che non ha mai avuto il coraggio di morire. La figura del padre ha dominato l’infanzia di Sebastiano. La soffitta in cui veniva rinchiuso occupa un posto importante nei suoi incubi notturni. È lì che ha imparato ad osservare le prospettive: i riflessi del sole attraverso il lucernario. Storico dell’arte, esperto di Rembrandt e Caravaggio, viene assunto all’Istituto d’Arte di Eliopoli: cittadina del Sud dove Ario II e i suoi Esseni hanno creato, in età prerinascimentale, una sorta di contro-Sacro Romano Impero. La città è impregnata di atmosfera pagana: riti e cerimoniali ipnotici per un uomo come Sebastiano, cresciuto all’ombra di un’ipersensibilità così violenta da costringerlo alla solitudine. Ad Eliopoli, conosce Matteo ed Irene: i suoi allievi più brillanti. Matteo, in particolare, col suo fascino muove e guida chi gli sta intorno come su di un’immaginaria scacchiera. Sebastiano ha imparato a giocare a scacchi da piccolo. Glielo ha insegnato il signor Ammirati; chiuso, nella casa dirimpetto, in un’eterna, immutabile vecchiezza. Gli scacchi sono diventati, per il piccolo Sebastiano, un’allegoria della sua ansia di libertà dal padre.
LA MEMORIA DEL VENTO
La storia dellAlbania attraverso le oltre 100 foto di Luca Turi, storico fotoreporter barese: dal regime alla grande fuga, dall’isolamento imposto dall’oppressione comunista al miraggio dell’occidente più vicino spuntato all’improvviso sull’orizzonte dell’Adriatico; e poi, ancora, dalla crisi economica e sociale innescata dal crac delle finanziarie truffa, alla lenta ma costante risalita accompagnata da un sogno europeo che potrebbe diventare realtà.
LA LIMONAIA DI BOBOLI
La transumanza era un viaggio tra colline morbide e dolci, tra calanchi scolpiti dal vento e dalle acque e nuvole che corrono e si rincorrono senza meta alcuna e cespugli e alberi disseminati qua e là senza uno schema preciso che nei giorni di solleone erano unico riparo per pastori e animali. E poi c’erano i colori che dall’alba alle notti stellate riempivano gli occhi e facevano vibrare l’anima. Cromie che si muovevano in punta di piedi, un passo alla volta. Poi ogni viaggio portava “in bisaccia” una serie di storie che ogni buon pastore ama raccontare con pacatezza al ritorno a casa. Insomma un elogio alla lentezza. E sono testimonianza e sono messaggio a non mollare e sono vita. Senza retro pensiero alcuno.
L’OMBRA DI CLARA
Al crepuscolo del regime marxista, a Zwickau, nella Germania Democratica, si tiene come ogni anno il Concorso “Schumann”. Gabriele e Silvia vi partecipano per opposti motivi: lui, per distaccarsi dalla musica, presenza ossessiva nella sua vita, dopo che la Fantasia di Schumann l’ha saputo risvegliare dal coma; lei, per trasformare in sensazioni le idee sull’universo che il padre, fisico nucleare, le ha trasmesso per simboli e accenni. Silvia, per la prima volta, porta al concorso alcuni brani di Clara Schumann: l’Ombra di Robert, musa ispiratrice e vittima, insieme, del suo genio. Tra i due, si allaccia un rapporto modulato da un segreto sulla natura dell’universo, e come gli armonici più lontani di ogni suono evochino presenze da sempre vicine a noi, ma invisibili. In una sequenza di omicidi e rivelazioni, la vicenda si avvicina sempre più alla soglia di mondi più prossimi alla realtà di quanto, tutti noi, siamo disposti ad ammettere.
KALENDIARIO
Graffi e graffiti hanno una peculiarità in comune: sono segni che incidono, anche se in modo molto diverso. Questi dodici racconti, pagine di diario in un anno di vita di altrettante donne, recano in sé i segni incisi dall’esistenza, leggeri o profondi, dolorosi o felici, nostalgici o proiettati nel futuro. Nello scorrere i giorni di queste figure femminili, la penna dell’autrice è sempre empatica e umanamente partecipe con affetto, ironia e condivisione, quasi un invito a ritrovare un po’ di sé in ciascuna di queste donne.
DIVERTIAMOCI CON IL PIANOFORTE
Questo metodo si basa sull’associazione nota-colore, proprio perchè già dal terzo anno di vita aumenta nei bambini la capacità di distinguere suoni e colori. I presupposti vincolanti di tale metodo sono innanzitutto quello di rendere il bambino effettivo protagonista dell’azione formativa, non facendogli calare dall’alto astruse nozioni teoriche, bensì stimolando la musicalità e il senso sonoro (doti innate in tutti i bambini) e guidandolo in tutto il percorso affinchè tali potenzialità affiorino spontaneamente. L’immediata immersione nell’esperienza musicale viene favorita anche dal “canto”: l’intonazione di semplici melodie, rappresentate dagli stessi esercizi per lo strumento, sottolineano la centralità della voce, quale strumento più naturale in assoluto. È dalla voce che si articola il processo di apprendimento musicale e il bambino lo sperimenta attraverso il piacere di suonare e cantare. I personaggi di questa favola sono le note e i simboli grafici musicali che raccontano e spiegano il tutto in modo simpatico e divertente, rivolgendosi direttamente al bambino, che si sentirà così coinvolto in prima persona.
QUANDO SUONAVO IL JAZZ
Sebastiano 'Seb' Mariani è un ex jazzista finito a suonare il karaoke in un locale americaneggiante della periferia barese. La sua vita si consuma nel caos disperato, nella variopinta fauna metropolitana, nelle canzoni improbabili cantate.Ogni sera da maldestri cantanti dell'ultimora, e nel rimpianto della sua vita perduta, quando suonava il pianoforte nei migliori club d'Italia. Ma cosa lo ha strappato al jazz? I ricordi piovono giù a valanga, le note di Bill Evans, ma anche quelle di Beethoven (che probabilmente soffriva dello stesso male di Seb), sono la vera colonna sonora della sua vita perduta. Ma come fuggire dall'infima prigione karaoka? Come riprendersi la vita? All'improvviso, un nuovo progetto, la luce della speranza e una lunga, lunghissima notte di Capodanno passata a riannodare i fili del passato, con tutti gli imprevisti del destino in agguato. E un lieto fine pure venato di amarezza. O l'amarezza lenita da una sorta di lieto fine.
MIHI QUOQUE SPEM DEDISTI
Nella tradizione musicale pugliese, la personalità di Cesare Franco si afferma sia per il suo valore artistico sia perché egli fu musicista completo, compositore assiduo nel repertorio sacro, esperto di musica corale, direttore e concertatore di orchestra, musicologo e critico. Un po' sotto silenzio, bisognerà pur dirlo, è appena trascorso il settantesimo anniversario della morte del musicista pugliese, scomparso nel gennaio del 1944. Un'uscita definitiva di scena, oltretutto, avvenuta in pieno silenzio a causa del vuoto creato dalla guerra che in quegli anni affliggeva l'Italia e il resto d'Europa. Questo lavoro di ricerca vuol essere pertanto un doveroso tributo all'opera e alla memoria di un raffinato artista e di un infaticabile didatta musicale, a torto negletto ed emarginato dagli studi correnti sull'argomento. Il maestro pugliese ha soprattutto il merito di aver rinnovato nella sua terra il gusto per la composizione a tema liturgico, una sensiblerie che sembrava del tutto tramontata. Nella musica sacra il Maestro Franco completa storicamente le opere dei pugliesi Luigi Rossi, Leonardo Leo e Saverio Mercadante.
MUSIC PLAYTIME
MANUALE DI TEORIA MUSICALE
Il più delle volte ci si dimentica di avere davanti delle menti che, per la maggioranza, non hanno mai sentito parlare di argomenti specifici, terminologie musicali e che hanno bisogno di molti esempi e con spiegazioni continue. L’alunno deve assimilare la teoria con logica e non in maniera meccanica e soprattutto deve acquisire un “linguaggio scientifico-musicale” poiché ogni scienza ha un suo linguaggio (la fisica, l’architettura, la pittura) ed anche la Musica. Con la Riforma dei Conservatori, lo studio della Teoria e del Solfeggio è presente nei Licei Musicali ed è necessario eliminare la classica divisione tra solfeggio e strumento, tra teoria e pratica, poiché lo studio teorico è nullo e non ha fondamento se non vi è una dimostrazione ed una spiegazione logica ed empirica.
I SUONI DEL SILENZIO. Racconti fantastici
La musica è fonte di misteri: “cantare” ha la medesima radice di “incantesimo”. La musica rappresenta un controsenso: è un linguaggio asemantico, che ci parla di qualcosa, ma paradossalmente non sapremmo dire con precisione cosa. La musica è l’unica arte invisibile e che esiste solo come sequenza temporale, in quanto mondo impalpabile di suoni in successione.
AMORE E SOLITUDINE IN GUSTAV MAHLER
Ernst Bloch definiva la figura di Gustav Mahler, artista d’élite, oltraggiosamente moderno per il suo tempo, protagonista della Vienna musicale nel passaggio al ventesimo secolo, musicista della Sinfonia e del Lied, fortemente drammatico nel magma di sensazioni sonore delle sue Sinfonie, splendidamente umano nell’espressività dei suoi Lieder. Perché è proprio il Lied la vera anima del suo linguaggio musicale. Con questa sua prima pubblicazione, l’autrice vuole guidare il lettore alla scoperta del Mahler liederista e del suo mondo interiore attraverso i suoi scritti, le scelte poetiche, l’analisi della sua musica e dei suoi Lieder, permeati di natura e di dolore, di amore e di solitudine. I testi di tutti i Lieder di Mahler, offerti in versione originale con traduzione italiana a fronte a cura dell’autrice stessa, rendono questo lavoro un ulteriore prezioso strumento per la comprensione e per l’ascolto dell’opera mahleriana.