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SHAKESPEARE ÆNIGMA la Prima Incarnazione di John Florio

28,00 
1571. John Florio, giovane letterato italiano in fuga dall’Inquisizione, si rifugia in Inghilterra dove spera di sbarcare il lunario come precettore. A Londra, per John inizia una scalata sociale che lo condurrà dai lavori più umili fino alla Corte della regina Elisabetta. I suoi incontri con i più alti ingegni dell’epoca, da Giordano Bruno a Christopher Marlowe, da John Dee a Mary Sidney, e un paio di scontri con Miguel De Cervantes, segneranno profondamente la sua esistenza. Ma sarà lo sciagurato patto “cyranesco” con William Shakespeare a cancellare John Florio dalla Storia, dando vita alla più grande truffa letteraria degli ultimi quattro secoli. Similmente a come accade oggi tra i creators delle serie TV, nella Londra Elisabettiana gli autori teatrali lottavano per il successo, sperando di essere ammessi ad un’Aristocrazia dove occultismo ed esoterismo erano all’ordine del giorno quanto i duelli all’arma bianca. La Prima Incarnazione di John Florio si dipana fra il giallo storico, il romanzo di formazione, e il thriller soprannaturale, rispondendo in modo argomentato ad una domanda scomoda: per quale motivo il massimo drammaturgo di tutti i tempi nascose la propria identità letteraria e scelse di non esistere?

NON ABBIAMO SCELTO DI ESSERE LIBERI

17,00 
Ritchie e Dave sono i due leader dei Jacksonville Outlaws, una rock band che negli anni Settanta è riuscita a raggiungere il successo. Ma i due vecchi amici col tempo hanno perso la complicità, e nel 1989, anno in cui si svolgono gli eventi narrati, sono due uomini di mezza età che si sono allontanati. Non sanno più niente l’uno dell’altro, ma provano entrambi una forte nostalgia che li confina in una sorta di stasi creativa ed emotiva. La nostalgia di Dave guarda continuamente agli anni d’oro della band, fino al giorno terribile che cambierà la sua vita per sempre. Ritchie, diversamente, si rifugia nella nostalgia di un passato, lontano nel tempo e nello spazio, che non ha mai vissuto, e che forse non è mai esistito. Non abbiamo scelto di essere liberi è un romanzo musicale che si snoda come una canzone, e racconta di stanze d’albergo, passeggiate a cavallo, case vittoriane, navi da guerra, cieli immensi, incontri, chitarre e musica. Ritchie e Dave svolgeranno un percorso di redenzione che li porterà ad affrontare i propri demoni e (forse) a ritrovarsi.

TERRE STRANIERE – FREMDE LÄNDE

13,00 
Nella favola e nel mito il viaggio simboleggia spesso un passaggio da uno stato ad un altro; una scoperta, un processo di maturazione. Il giovane inesperto che intraprende il viaggio si separa dalla “patria-famiglia” alla ricerca della propria identità. Tutte le poesie hanno il testo a fronte in tedesco.

LE STORIE SDRUCCIOLE

12,00 
Queste storie sono divise in tre gruppi, ad ogni gruppo fa capo una figura geometrica. Ogni storia è stata scritta usando la corrispettiva figura geometrica come schema formale. Le figure sono anche un rimando simbolico ai tre temi trattati, in alcune delle realtà che questi possono assumere. L’ “Io” è il cerchio, la “morte” è il triangolo e l’ “amore”, unica figura tridimensionale posta al centro tra le due, è il cono.

COME PESCARE, CUCINARE E SUONARE LA TROTA

10,00 
Francesco è un giovane pianista alle prese col suo primo vero concerto: il Quintetto “La trota” di Schubert ma le prove con gli altri musicisti diventano un rito di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta. Come pescare, cucinare e suonare la trota, è un racconto di formazione ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo della musica classica (e non) nel nuovo secolo tra mercificazione e arte, mestiere e urgenza.

UNA STORIA NORMALE

10,00 
Una storia lieve. Una continua domanda su cosa sia la “normalità” e il racconto di colei che della “normalità” ne ha fatto la sua ragione di vita.

IL SOGNO DI HAMNET

15,00 
Ai tempi di Elisabetta I, l’Inghilterra divenne il laboratorio di una nuova utopia: la pace universale. Sotto l’influsso di Giordano Bruno, che a Londra aveva trovato rifugio, un circolo di intellettuali elaborò una filosofia capace di unire tutte le fedi in una religione universale. Ma occorreva agire segretamente: le spie papiste erano ovunque, e la cattura del domenicano eretico suonava a monito e diffida. Il teatro, era il luogo buono per la redenzione dalla violenza. Solo col teatro si poteva giungere al popolo. In un’epoca in cui gli attori venivano scomunicati, non si poteva immaginare che un aristocratico diventasse capocomico. Allora Bacone mette a frutto la sua immaginazione scenica e si presenta nella compagnia di un rappezzatore di copioni dall’estro brillante e la scarsa cultura: William Shakespeare. Sarà lui, a propria insaputa, l’araldo del mondo nuovo.

LA METERIA DEL MONDO

15,00 
In una clinica per malattie mentali giace, da anni, Irene: la Dormiente. Sara, che la accudisce, scrive storie che sostiene sia Irene, nei suoi sogni, a suggerirle. Luca Federici, un ricercatore giunto vicino a svelare il segreto della materia, ha ideato uno strumento capace di indurre l’ipnosi nei catatonici. Convocato alla clinica dal dott. Vario Demètri, la sua terapia porta alla luce ciò che doveva restare nascosto. E si scopre che il sonno di Irene è stato indotto, e che Sara conosce più cose, sulla materia del mondo, di quanto Federici sia mai giunto, con la sua scienza, ad intuire. Finché una serie di omicidi non porterà la vicenda ad una svolta che non è, in realtà, se non una regressione a ricordi che lo scienziato ha trascorso l’intera esistenza a rimuovere. Così Federici conoscerà Emily e Lord Graves: alter-ego letterari di Sara, e, tramite loro, la vertigine del tempo, quando si avvolge in una spirale.

ASRAEL

12,00 
Asrael racconta gli ultimi giorni di Paul Verlaine. In una Parigi allucinata, ai suoi occhi, dall’alcolismo, il poeta rivive come in un attimo sospeso fuori dal tempo il suo viaggio per l’Europa insieme a Rimbaud. Scopre di non averne, allora, compreso il senso. Per lui, si era trattato solo di un gioco d’azzardo osato per riottenere la propria perduta creatività; per Rimbaud, di un percorso iniziatico. Con strategia alchemica, ogni città, ogni cattedrale, ogni biblioteca, avevano obbedito ad un disegno segreto il cui scopo era riscoprire una sapienza perduta. Verlaine, un esteta, non aveva compreso il progetto teologico di Rimbaud. Tuttavia, si era abbeverato alla sua giovinezza, ed il suo offrirsi vittima al delirio dell’altro era costato, a Rimbaud, lo smarrimento della propria via. In quegli ultimi giorni della sua coscienza, Verlaine scopre di avere corrotto colui che gli poteva, in quel viaggio, dischiudere un orizzonte di molto eccedente la stessa poesia.

Panni al sole

10,00 
Una vaschetta di panni puliti e profumati. E due mani che, diligentemente, li scelgono uno ad uno e li appendono ai fili, seguendo quasi uno spartito che è nella mente e sistemandoli secondo un pentagramma preciso di colori, forme, armonie. C’è qualcosa in quei gesti lenti, rituali, ordinati, che è strettamente legato alle riflessioni e ai moti dell’animo. E i panni diventano note che disegnano e cantano pensieri, passioni, gioie, tristezze. Diventano versi. E mentre la scelta della disposizione è della mente e del cuore, il vento della vita interviene, benefico o violento, e imprime la sua danza ai capi stesi, nella lotta eterna tra la volontà di chi vive e la volontà del destino. Questo raccontano i versi di Concetta Antonelli, poesie sparse di tutta una vita, che l’autrice ha deciso di raccogliere, rielaborare, stendere al sole, offrendo se stessa e i suoi pensieri alla danza del vento e al lettore.

UN GIORNO PERFETTO

20,00 
L'epopea di Casa Giannini nel Novecento barese

SUITES DI FINE ANNO

10,00 
Serate di capodanno, situazioni stravaganti e bizzarre, svolgimenti stralunati al di sotto di riflettori sfavillanti. Ma dietro la cortina patinata dell’atmosfera festosa, prendono corpo le inquietudini, le riflessioni, gli stati d’animo altalenanti, le sfumature psicologiche di chi vive quelle vicende, svelandone l’universo intimo dei pensieri. Storie che si snodano come movimenti di una suite, via via più incalzanti, scandite al ritmo della musica che costantemente le accompagna. L’autore utilizza la scrittura come se fosse un fraseggio musicale, gli stessi paragrafi hanno richiami evidenti, Preludio, Allemanda (Andante), Capriccio (Allegro), Sarabanda (Scherzo), Quarto movimento: Finale. Le descrizioni di Suites di fine anno alternano situazioni di apparente trivialità a tirate fughe psichedeliche; sono omogenee nella forma, ma progressivamente sfociano in un vertiginoso flusso verbale; sempre fluttuando tra poesia e ritornelli ripetitivi, leitmotiv ricorrenti dei quali alla fine ci si libera, spezzando l’incantesimo.II CLASSIFICATO AL CONCORSO LETTERARIO EUROPEO “PREMIO WILDE” 2020