Le storie sdrucciole

Come spiega la stessa autrice nella premessa, si tratta di ventiquattro storie suddivise in tre gruppi: ognuno di essi fa capo ad una figura geometrica e al suo rimando simbolico (l’ “Io” è il cerchio, la “morte” è il triangolo e l’ “amore”, unica figura tridimensionale posta al centro tra le due, è il cono). In ogni storia c’è una parte del “tutto”, ma ognuna di esse è un racconto finito. Attraverso l’impasto di sentimenti, sensazioni, linguaggi e situazioni, Raffaella Passiatore vivifica la complessità dell’animo umano. La scrittura si adegua allo schema formale delle figure geometriche (e nei contenuti al loro simbolismo) e la lettura ha un ritmo chiaramente musicale: l’unica differenza con la partitura è che invece delle note ci sono lettere.