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La liederistica con pianoforte della Seconda scuola di Vienna. Una guida all’ascolto Vol.I Arnold Schönberg

18,00 
Questo testo, il primo di una serie di tre dedicati alla liederistica con pianoforte della Seconda scuola di Vienna, nasce da una duplice istanza. Da una parte la volontà di colmare un vuoto nella bibliografia italiana, vista l’assenza di un lavoro specifico sui Lieder di Schönberg; dall’altra (forse la più importante) esso vuole essere un invito, attraverso una scrittura snella ed essenziale, da intendere come guida all’ascolto, alla conoscenza di questi brani nei suoi principali aspetti testuali e musicali. A distanza esattamente di 150 anni dalla nascita di Arnold Schönberg, la sua produzione liederistica con pianoforte (ma non solo) resta ancora molto poco conosciuta e ancor meno presentata in concerto; eppure, la sua importanza è enorme. Basti pensare che tutta la sua prima fase compositiva ufficiale vede la presenza di ben sette cicli liederistici con pianoforte (senza considerare, quindi, i monumentali Gurrelieder per coro e orchestra e i Sei Lieder op. 8 con orchestra) su quindici numeri d’opera, a cui vanno aggiunti gli oltre venti Lieder (pubblicati postumi) scritti durante lo studio con Zemlinsky. Il volume è dedicato agli otto cicli liederistici del catalogo ufficiale. Ogni numero d’opera contiene una breve introduzione generale a cui segue la guida alla lettura del testo e all’ascolto del relativo Lied. Il volume si apre con un’ampia introduzione di carattere storico e si chiude con un’appendice che comprende i dati dei poeti, l’ordine cronologico di tutti i Lieder (anche quelli senza numero d’opera), la traduzione in italiano dei testi, il fondamentale scritto dello stesso Schönberg, Il rapporto con il testo, un breve apparato iconografico e la bibliografia.

La luna e la bottiglia

16,00 
È la luna che spinge una bottiglia vuota di Coca Cola ad attraversare il tempo rotolando sul bagnasciuga della costa toscana? Una ragazzina getta in mare quella bottiglia la notte del 20 luglio 1969 e cinquant’anni dopo è proprio lei a ritrovarla. Inizia così la conversazione tra Lucia piccola e Lucia grande nei giorni tra la luna piena e la sua fase oscura. Le “due Lucie” integrano le rispettive vicende che acquistano un valore nuovo. Ma chi scrive davvero la storia delle “due Lucie”? Lucia o Clara, l’altra frequentatrice della spiaggia? Le due donne intrecciano le proprie vite e le storie che scrivono seguendo la bottiglia mossa dalla luna. Forse in una storia più grande.

TIE BREAK

14,00 

Se ogni sport insegna a competere, certo, ma anche a relazionarsi con gli altri e soprattutto con se stessi, il tennis lo fa ancora di più e meglio. Fin da bambino impari a sopravvivere al silenzio dello spogliatoio nel quale trascorri i minuti che precedono l’incontro insieme al tuo avversario di giornata, che finge di non riconoscerti. Queste tredici storie raccontano in un certo senso l’epopea e l’evoluzione del nostro sport, seguendo donne e uomini, da Suzanne Lenglen a Rod Laver e Ken Rosewall, da Nicola Pietrangeli a Flavia Pennetta e Roberta Vinci, che di quella vita solitaria hanno fatto religione. Tredici storie singolari, come solo il tennis sa esserlo, tredici vicende individuali nelle quali spesso la direzione finale di un colpo, un nastro sfiorato, una folata di vento, una misteriosa forza indefinibile alla quale nessuno crede, un singolo attimo apparentemente senza importanza, ha cambiato per sempre la vita di protagonisti che si raccontano e che ci piace raccontare. Tredici come i giochi di un set che dopo un perfetto equilibrio può risolversi soltanto con un crudele e decisivo Tie Break.

Superintelligenza

16,00 

In occasione del funerale di Nicola Sassanelli, morto a causa di un misterioso incidente, suo figlio Roberto, giunto dagli Stati Uniti dove vive, incontra Giulio Valentini, socio d’affari di Nicola, per consegnargli una cartella a lui intestata che ha ritrovato nello studio del padre. Il contenuto della cartella condurrà Giulio nel mondo dell’Intelligenza Artificiale che scoprirà presto non essere solo una tecnologia, bensì il moderno quanto eterno anelito dell’uomo a rispondere alla domanda più importante della sua esistenza: perché. Il lettore si ritroverà catapultato in un universo dove scienza e fantasia si confondono. Ogni tappa del viaggio che porterà Giulio da Bari fino a Londra, passando per centri di ricerca, università, aziende hi-tech, faccendieri, finirà per convincerlo che Nicola sia stato, in realtà, assassinato. In un euforico intreccio fra interessi economici e sviluppo tecnologico che non adombra le responsabilità sulla creazione di entità artificiali, l’autore si spingerà a sfiorare il tema della comprensione della formazione della coscienza e della possibilità che le macchine possano essere dotate esse stesse di forme di autocoscienza, con sentimenti e intenzioni proprie.

Cantavano all’altalena

16,00 
Questa storia appartiene al tempo dei pendoli e delle altalene, a un oscillare immaginario suggerito dalla tradizione garganica degli sciamboli, al canto delle cummari Marietta e Rosaria, vicine sulla tauledda per evocare il passato, il presente e il futuro, raccontare dei Viscio, del salicornieto sul lago di Varano, degli idrovolanti portati dalla Prima Grande Guerra. Dei Cerasa di Vico, degli agrumi in partenza per l’America, del giardino e della farmacia dei Cordillo di Rodi. Luoghi di una terra dimenticata, quasi un’isola nel mare, fino a quando Mussolini diede al Promontorio i binari della ferrovia. Cantavano all’altalena è un romanzo poetico e visionario a più fili e personaggi. All’oscillare principale delle due comari, s’accordano altre altalene, appese agli ulivi a segnare la vita di donne, madri e fanciulle, destinate a vivere l’amore come abbandono e speranza, tradimento e rassegnazione, preghiera e sacrificio, passione e dolore. Anche gli uomini di questa storia oscillano per sentimenti e intenti, nel desiderio di sapere o non sapere, lavorare la terra o prendere il mare, partire o rifugiarsi in preghiera nella Foresta Umbra, suonare la musica delle tarantelle o il jazz, nel sogno di un altro dondolare, a tempo di swing.

NAPULÈ I mille colori di Pino Daniele

14,00 
Questo lungo racconto è un vero e proprio resoconto fatto a se stesso quando Pino ha cercato di ritrovare cose, persone, avvenimenti che aveva lasciato indietro, sempre per la sua inarrestabile smania di nuovo. La paura di non avere abbastanza tempo lo accompagnava da sempre e dopo la scoperta della malattia ha preso il sopravvento, spingendolo ad affrettare ogni cambiamento. Una immaginaria narrazione raccolta con amore come se fosse l’esito di una lunga conversazione fatta davanti al camino dell’albergo che lo ospitava a Courmayeur prima dell’ultimo concerto nella notte del Capodanno 2015. Il romanzo di una vita che comincia in un piccolo e cadente basso della sua Napoli e che meglio di tante altre storie descrive questa città e il suo popolo così singolare, attraverso la sua famiglia, le amicizie, i primi successi, i suoi amori e la passione per Eduardo De Filippo che ne è stato in un certo senso la guida e l’esempio da seguire. Amori e passioni così forti da costringerlo anche ad allontanarsene per poter meglio sopravvivere alle bizze del suo cuore malato. Aveva sempre saputo che non sarebbe mai diventato o’ vicchiariello ca chiagnenno aspietta ‘a morte, eppure pensava di avere altro tempo. È quello che pensiamo tutti, in fondo, provando inutilmente a rimandare, con la sola forza del desiderio, una decisione finale che non spetta a noi prendere. Quando arriva il tempo, il nostro tempo, vorremmo avere la possibilità di guardare indietro per recuperare cose, persone e sentimenti che abbiamo trascurato fino a dimenticarle, per rimettere tante cose al loro posto. Pino, a modo suo, ci aveva provato, se ci pensate tutti i suoi ultimi anni erano stati dedicati a riannodare quei fili che aveva lasciato sciogliere seguendo il corso troppo veloce di una vita fatta di tante cose diverse. E se alla fine ha lasciato ancora qualcosa di irrisolto, qualcosa che anche dopo aver letto questo libro non avrete capito bene, non importa. Tanto lo sapete già. Quello che conta è o’ sentimento.

SHAKESPEARE ÆNIGMA la Prima Incarnazione di John Florio

28,00 
1571. John Florio, giovane letterato italiano in fuga dall’Inquisizione, si rifugia in Inghilterra dove spera di sbarcare il lunario come precettore. A Londra, per John inizia una scalata sociale che lo condurrà dai lavori più umili fino alla Corte della regina Elisabetta. I suoi incontri con i più alti ingegni dell’epoca, da Giordano Bruno a Christopher Marlowe, da John Dee a Mary Sidney, e un paio di scontri con Miguel De Cervantes, segneranno profondamente la sua esistenza. Ma sarà lo sciagurato patto “cyranesco” con William Shakespeare a cancellare John Florio dalla Storia, dando vita alla più grande truffa letteraria degli ultimi quattro secoli. Similmente a come accade oggi tra i creators delle serie TV, nella Londra Elisabettiana gli autori teatrali lottavano per il successo, sperando di essere ammessi ad un’Aristocrazia dove occultismo ed esoterismo erano all’ordine del giorno quanto i duelli all’arma bianca. La Prima Incarnazione di John Florio si dipana fra il giallo storico, il romanzo di formazione, e il thriller soprannaturale, rispondendo in modo argomentato ad una domanda scomoda: per quale motivo il massimo drammaturgo di tutti i tempi nascose la propria identità letteraria e scelse di non esistere?

NON ABBIAMO SCELTO DI ESSERE LIBERI

17,00 
Ritchie e Dave sono i due leader dei Jacksonville Outlaws, una rock band che negli anni Settanta è riuscita a raggiungere il successo. Ma i due vecchi amici col tempo hanno perso la complicità, e nel 1989, anno in cui si svolgono gli eventi narrati, sono due uomini di mezza età che si sono allontanati. Non sanno più niente l’uno dell’altro, ma provano entrambi una forte nostalgia che li confina in una sorta di stasi creativa ed emotiva. La nostalgia di Dave guarda continuamente agli anni d’oro della band, fino al giorno terribile che cambierà la sua vita per sempre. Ritchie, diversamente, si rifugia nella nostalgia di un passato, lontano nel tempo e nello spazio, che non ha mai vissuto, e che forse non è mai esistito. Non abbiamo scelto di essere liberi è un romanzo musicale che si snoda come una canzone, e racconta di stanze d’albergo, passeggiate a cavallo, case vittoriane, navi da guerra, cieli immensi, incontri, chitarre e musica. Ritchie e Dave svolgeranno un percorso di redenzione che li porterà ad affrontare i propri demoni e (forse) a ritrovarsi.

TERRE STRANIERE – FREMDE LÄNDE

13,00 
Nella favola e nel mito il viaggio simboleggia spesso un passaggio da uno stato ad un altro; una scoperta, un processo di maturazione. Il giovane inesperto che intraprende il viaggio si separa dalla “patria-famiglia” alla ricerca della propria identità. Tutte le poesie hanno il testo a fronte in tedesco.

LE STORIE SDRUCCIOLE

12,00 
Queste storie sono divise in tre gruppi, ad ogni gruppo fa capo una figura geometrica. Ogni storia è stata scritta usando la corrispettiva figura geometrica come schema formale. Le figure sono anche un rimando simbolico ai tre temi trattati, in alcune delle realtà che questi possono assumere. L’ “Io” è il cerchio, la “morte” è il triangolo e l’ “amore”, unica figura tridimensionale posta al centro tra le due, è il cono.

COME PESCARE, CUCINARE E SUONARE LA TROTA

10,00 
Francesco è un giovane pianista alle prese col suo primo vero concerto: il Quintetto “La trota” di Schubert ma le prove con gli altri musicisti diventano un rito di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta. Come pescare, cucinare e suonare la trota, è un racconto di formazione ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo della musica classica (e non) nel nuovo secolo tra mercificazione e arte, mestiere e urgenza.

UNA STORIA NORMALE

10,00 
Una storia lieve. Una continua domanda su cosa sia la “normalità” e il racconto di colei che della “normalità” ne ha fatto la sua ragione di vita.